Samir è in Italia da quasi quattro anni: dopo aver attraversato il mare, ha vissuto in tante città e si è messo alla prova in diversi lavori, spesso precari. Dopo tanto girare, ha scelto di fermarsi a Padova e un anno fa è riuscito a trovare un’occupazione con un buon contratto, anche grazie al supporto di Popoli Insieme nella ricerca lavoro. Dopo aver raggiunto un buon livello di italiano, aver stretto qualche amicizia ed essersi ambientato sul posto di lavoro, a Samir manca solo una cosa: una casa.
Quello dell’abitare è un tema cruciale per moltissime persone migranti e rifugiate in condizione di fragilità e anche per chi, pur potendosi permettere di pagare come Samir, si scontra quotidianamente con i pregiudizi e le discriminazioni delle agenzie e degli affittuari. “Ho sempre saputo che per me sarebbe stato difficile trovare una casa, ma negli ultimi mesi è diventato praticamente impossibile”, ammette Samir.
La carenza di alloggi e i prezzi sempre più alti e proibitivi, negli ultimi tempi hanno costretto tante persone, compresi studenti e lavoratori, a chiedere ospitalità ad amici e conoscenti, a dormire in albergo o in macchina fino a dover rinunciare a vivere a Padova. Chi non ha i mezzi economici, né una casa a cui tornare, invece, è costretto a dormire in strada, in stazione o a cercare accoglienza notturna nei dormitori. Con l’arrivo dell’inverno, l’emergenza abitativa diventa anche emergenza freddo.
Una casa non è solamente un luogo in cui dormire e trovare riparo, ma un luogo a cui tornare ogni sera e nel quale trovare stabilità. Senza una casa, infatti, non è pensabile riuscire a mantenere un lavoro o costruirsi una rete sociale nella città in cui si vive: senza una casa, non può esserci benessere e senza benessere non c’è inclusione.
Per Samir e tante altre persone come lui, tutti gli sforzi fatti per imparare l’italiano, per trovare un lavoro e per costruirsi una rete sociale in città, diventano completamente vani nel momento in cui vengono a mancare un letto e un tetto sopra la testa.
Cosa possiamo fare insieme?
Quante volte abbiamo sentito dire che le persone migranti dovrebbero “tornare a casa loro”?
Le persone che incontriamo e che accogliamo sono state costrette ad abbandonare il proprio Paese, la propria famiglia e la propria casa, a rischio della propria vita. Dopo mesi o anni di viaggio, però, hanno trovato accoglienza a Padova e qui hanno scelto di restare per cominciare a costruirsi una nuova vita.
Questo Natale possiamo “farli tornare a casa loro” per davvero, perché oggi Padova è la loro nuova casa.
Insieme possiamo garantire supporto, accoglienza e accompagnamento nella ricerca di un’abitazione a persone migranti e rifugiate in condizione di vulnerabilità abitativa, sociale ed economica.
Insieme possiamo essere una comunità che accoglie e non lascia indietro nessuno.
Perché sostenerci?
Crediamo che quello all’abitare sia un diritto fondamentale di ogni persona, indipendentemente dalla sua provenienza e dalla sua condizione sociale ed economica. Il tuo sostegno è importante, perché solo grazie a persone come te possiamo raggiungere l’obiettivo di 8.000 € per sostenere persone migranti e rifugiate in condizione di vulnerabilità abitativa, garantire loro accoglienza e accompagnarle nella ricerca di una casa.
Con 20 euro garantisci una settimana di accoglienza notturna ad un rifugiato in condizione di vulnerabilità abitativa e sociale, che riceve un kit di beni di prima necessità (lenzuola e asciugamani, prodotti per l’igiene personale).
Con 50 euro garantisci due settimane di accoglienza notturna ad un rifugiato e lo sostieni nell’accesso ai corsi di italiano o di alfabetizzazione.
Con 100 euro contribuisci ad un mese di accoglienza notturna e ci permetti di accompagnare un rifugiato come Samir nella ricerca di una stanza o di un appartamento a Padova: un luogo da poter chiamare finalmente, dopo tanto tempo, “casa”.